L’Ovest del Madagascar è una delle zone più spettacolari, ma anche più difficili da visitare, dell’Isola Rossa.
Il celebre Viale dei Baobab a Morondava, il parco degli Tsingy di Bemaraha con i suoi trekking estremi, la discesa in piroga sul Rio Tsiribinha, le spiagge bianche della costa Ovest, lo stile di vita rilassato dei popoli Vezo, i “nomadi del mare”.
Tutto questo, e molto altro, ce lo raccontano Amedeo e Annalisa, due nostri viaggiatori avventurosi che hanno esplorato questo remoto angolo del Madagascar per noi.
“Da viaggiatori ormai esperti e responsabili possiamo affermare che per noi ogni viaggio rappresenta una scoperta di bellezze naturali e umane, che ci permette di tornare più ricchi interiormente, più consapevoli e aperti al mondo.
Il Madagascar, con tutte le sue bellezze ed i suoi problemi, lo è stato in modo particolare.
In Namatours abbiamo trovato quello che cercavamo: un piccolo tour operator, orientato alla solidarietà, radicato nel paese che si va a visitare e in Massimo e Davide due persone che, soprattutto, amano questo paese e i suoi abitanti, specie i più poveri.
Abbiamo dato le indicazioni su cosa volevamo vedere (e specialmente su come volevamo ‘vederlo’ ,nel senso di viverlo), abbiamo proposto un itinerario che si è concretizzato in un viaggio speciale: avventuroso, ma non pericoloso, con momenti di full immersion nella natura e arricchito da esperienze umane molto forti, di quelle, come dice Massimo, che possono cambiare la vita.
Siamo stati fortunati ad avere addirittura due accompagnatori (era previsto solo uno): Titi (la guida che parla bene italiano) e Mami l’autista, molto bravi, competenti e simpatici.
Abbiamo percorso un anello circolare che dalla caotica Tana si è sviluppato verso ovest e poi verso sud. Dopo una piacevole sosta ad Antsirabe, abbiamo percorso la RN 34 già incantati dalla varietà cromatica dei paesaggi, dove il rosso della terra degli altopiani va a intercalarsi con il giallo ed il verde, ora pallidi ora intensi, delle colline e delle vallate.
Abbiamo pernottato a Miandrivazo e al mattino seguente abbiamo preso una piroga, caricata con tutto il necessario (anche una gallina viva….sigh!) con la quale abbiamo percorso circa 130 Km del fiume Tsiribihina, pernottando per due notti in tenda. I due vogatori sono stati bravissimi e sono riusciti perfino a cucinare mentre si stava navigando!
L’ambiente del fiume (l’acqua è rossa per via delle terre che trasporta) ci ha molto interessati dal punto di vista naturalistico quanto a flora e fauna (abbiamo avvistato molti uccelli, lemuri, camaleonti, due coccodrilli), ma anche dal punto di vista umano in quanto può capire come vivono le genti del fiume. Ovviamente il viaggio in piroga richiede spirito di adattamento perché ci si muove poco e il sole e la pioggia possono creare problemi. Esiste l’alternativa: utilizzare rumorosi barconi a rumore, ma si perde quasi tutta la poesia!
Ripreso il fuoristrada abbiamo puntato sul parco Tsighy de Bemaraha per ammirare le spettacolose formazioni geologiche che si attraversano grazie ad una via ferrata, imbragati, ma in sicurezza. Vi assicuriamo che i pinnacoli calcarei del Tsingy meritano assolutamente di essere visti, anche se la pista per arrivarci è piuttosto dissestata!
Il giorno seguente abbiamo rifatto la pista dell’andata fino a Belo sur Tsiribihina, riprendendo il traghetto-zattera, per poi puntare su Morondava, con fermata obbligatoria alla famosa e super fotografata Allée des Baobabs.
Da qui abbiamo puntato verso sud per un tratto molto lungo andando a toccare Belo sur Mar (interessante la visita al villaggio dove si costruiscono, con tecniche completamente manuali, le imbarcazioni per il trasporto merci denominate ‘botry’), Andavadoaka (dove abbiamo visitato un piccolo ospedale realizzato e gestito da italiani), Ambatomilo (mare paradisiaco e poco turismo, visto anche il periodo). In buona parte il percorso avviene su una pista dissestata e abbastanza faticosa, che per lunghi tratti attraversa la foresta spinosa e per altri lambisce il mare. I baobab che si possono ammirare lungo il percorso sono di incredibile bellezza!
Il Mamirano Lodge, gestito molto bene dalla signora Rosanna, è una località incantevole tra le dune di sabbia bianca e finissima, quasi borotalco. Da qui si può raggiungere in catamarano una interessante isoletta e immergersi nella barriera corallina. La visita al villaggio dei locali pescatori della tribù Vezo è imperdibile. Questo posto da sogno forse non durerà a lungo perché pare che investitori cinesi abbiano acquistato un lungo tratto di litorale che sicuramente verrà devastato dopo aver costruito una super strada per arrivarci. Ci chiediamo: cosa sarà dei pescatori Vezo che vivono di pesca e coltivazione di alghe?
La tappa successiva è stata Tulear dove abbiamo visitato la scuola pubblica supportata da Aid4Mada, poi in alcuni villaggi abbiamo potuto osservare (e capire l’importanza della loro realizzazione!) i pozzi che Aid4Mada ha costruito garantendo a quei villaggi l’ acqua potabile. Ma molti villaggi (Ampasika, Belalanda, Bekoaky) sono ancora senza acqua!
Il ritorno è stato percorrendo la classica RN7 per toccare i parchi dell’Isalo (super trekking!) , la riserva di Anja (dove si possono avvistare facilmente i lemuri catta), il parco nella foresta pluviale di Ranomafana.
Sulla via del ritorno sono state tappe d’obbligo le visite ai laboratori artigianali di Ambalavao, Ambositra, Antisirabe, Ambatolampy.
Comunque, dal punto di vista paesaggistico, anche gli altopiani centrali, trasformati in giardini dai contadini dell’etnia Besileo, sono stati bellissimi da attraversare.
Il viaggio ci ha permesso di capire i problemi del Paese: boom demografico incontrollato specie nelle zone più povere, scarsità di acqua e siccità, sfruttamento indiscriminato della foresta, nuove colonizzazioni (la Cina realizza strade, ponti, canali, grandi alberghi… ma in cambio di cosa?) incapacità della classe dirigente, corruzione della pubblica amministrazione e della polizia.
Tutto ciò, e altro ancora, fa presagire un futuro non facile per questo stupendo Paese popolato da gente gentile che merita di essere aiutata e con una natura unica al mondo che va salvaguardata a tutti i costi.
Ci sentiamo di consigliare Namatours Viaggi Solidali a tutti coloro che vogliono cogliere l’essenza vera del Madagascar.
Misaotra Madagascar, grazie Madagascar.
Annalisa, Amedeo”