I nostri viaggiatori sono differenti!
Lo diciamo spesso, ma per validi motivi. A settembre 2023 abbiamo organizzato un super viaggio in Madagascar per un gruppo di amici guidati da Elena, travel blogger che scrive per il portale web NonSoloTuristi.it con lo pseudonimo Eletrotter. Al rientro dal viaggio ha pubblicato un bellissimo reportage che puoi leggere qui, e anche noi abbiamo deciso di intervistarla per farci raccontare questa esperienza.
Tu hai viaggiato tanto nella tua vita e sei addirittura travel blogger per nonsoloturisti.it. Cosa cerca un’esperta come te in un viaggio?
È vero, ho avuto la fortuna di poter viaggiare tanto nella mia vita e, sin dal primo viaggio, la cosa che mi ha mossa maggiormente è la ricerca dell’autenticità.
Siamo onesti, non si può avere la presunzione di capire tutto di un luogo o di una nazione in un solo viaggio di 2 o 3 settimane. La vera essenza di un luogo è molto più complicata da comprendere e richiederebbe sicuramente dei soggiorni più lunghi.
Ciò nonostante, credo ci siano itinerari di viaggio che aiutino più di altri ad entrare in contatto con luoghi e popoli, magari spingendosi fuori dalle rotte più comuni e andando alla ricerca di elementi che aiutino di più la comprensione del posto che si sta visitando. Proprio per questo, nei miei viaggi, cerco sempre di inserire tappe o esperienze che mi aiutino ad avvicinarmi alla cultura locale e cerco costantemente un dialogo o un punto di contatto con le persone che incontro così da poter arricchire la mia esperienza di testimonianze dirette di chi quei posti li vive e li abita da tutta la vita. Questo non permette certo di portare a casa la “verità” di un luogo, posto che poi una verità possa esistere davvero, ma certamente aiuta ad avere un’esperienza più completa ed arricchente.
Perché hai scelto di visitare il Madagascar e cosa ti aspettavi prima di partire?
Io ho una vera e propria passione per l’Africa e credo che i 20 stati visitati in questo continente possano testimoniarlo per me.
Il Madagascar era un viaggio che avevo in programma dal 2020, anno nel quale i programmi di molti, incluso i miei, sono forzatamente cambiati per cui ho dovuto procrastinare fino a quest’anno. In molti mi avevano parlato molto bene di quest’isola anche se ammetto che, la maggior parte delle testimonianze, le avevo raccolte da persone che avevano visitato solo Nosy Be con le sue splendide spiagge bianche e il suo mare cristallino.
Ho avuto però la fortuna di seguire il viaggio che Claudio Pelizzeni (Trip Therapy) ha fatto con voi nel 2019 e lì ho deciso che quel tipo di itinerario era quello che più poteva fare per me. Ammetto però che ero comunque convinta di visitare un paese intriso di Africa, come altri già visitati in precedenza, cosa che non è accaduta perché il Madagascar mi ha invece accolto con il suo caleidoscopio di culture ed etnie che lo rendono un paese unico nel suo genere.
Cosa ti ha colpito di più nella prima parte del vostro viaggio (quella on the road da Antananarivo a Tulear)?
Come accennavo sopra, la cosa che mi ha maggiormente colpito è la varietà di etnie e popolazioni che abitano quest’isola e, di conseguenza, gli usi e costumi molto insoliti per essere un paese facente parte del continente africano.
Mi ha sorpresa ritrovarmi in mezzo a magnifiche risaie come se stessi percorrendo le strade di un paese asiatico, essere circondata da case architettonicamente molto simili a quelle che si potrebbero ritrovare in una qualunque campagna europea e scoprire artigiani dediti alle più diverse arti (legno, ferro, tessitura, etc.). Inoltre, sono rimasta ammaliata dal celere cambiamento di paesaggio: siamo partiti dagli altopiani e dalle sue risaie per poi ritrovarci immersi in una foresta pluviale e, ancora, in una pianura arida caratterizzata da monoliti che rendono il paesaggio una sorta di affresco. Insomma, un itinerario come il nostro permette di vivere esperienze molto diverse giorno dopo giorno e di scoprire la vera ricchezza naturalistica e culturale di quest’isola.
Da quello che hai scritto sul blog sembra che comunque l’esperienza che ti ha lasciato di più sia stata quella a Tulear insieme ai nostri amici di Aid4Mada. Perché?
La verità è che l’esperienza che abbiamo vissuto a Tulear con Aid4Mada è stato sin dall’inizio il motore che mi ha mossa a scegliere Namatours come tour operator per il nostro viaggio.
Il mio percorso di viaggiatrice mi ha portata, ad un certo punto della mia vita, a non accontentarmi più di fare la semplice “viaggiatrice” perché ogni volta mi rendevo conto di quanto un viaggio mi avesse arricchita e dell’immenso patrimonio emozionale che mi portavo a casa ma mi rimaneva addosso un senso di incompiutezza. Questo perché sentivo di prendere senza dare, di non restituire nulla di ciò che mi era stato regalato. Per questo ho scelto di fare due viaggi con Emergency e di mettere al loro servizio le mie qualità di fotografa e di scrittrice di viaggio. Queste esperienze mi hanno arricchita molto come viaggiatrice ma, soprattutto, come essere umano. Mi sono quindi ripromessa che avrei cercato un po’ di quella solidarietà anche in altri viaggi che avrei fatto, soprattutto nel momento in cui si fosse trattato di visitare paesi sfavoriti economicamente.
Grazie a Namatours e ad Aid4Mada sono riuscita a rimanere fedele alla mia promessa anche se ammetto che l’esperienza che abbiamo potuto vivere ha superato le mie aspettative. Io e i miei compagni di viaggio siamo rimasti molto colpiti da tutte le attività introdotte da Aid4Mada e la cosa più bella è che abbiamo potuto toccare con mano quando stiano realmente facendo per la popolazione locale grazie ai loro progetti. Inoltre, questa è proprio quel tipo di esperienza che, come dicevo prima, aiuta ad avvicinarsi all’autenticità del posto che si visita perché permette di raccogliere testimonianze e vissuti che da semplice “viaggiatrice” non avrei potuto avere.
In cosa questo viaggio è stato diverso dai tanti altri che hai fatto?
L’idea di accostare il classico viaggio e la scoperta dei progetti solidali trovo che sia davvero molto interessante ed è sicuramente questo ad aver reso il mio viaggio diverso da molti altri che ho fatto. In un certo senso è stato il primo viaggio che ha risposto a tutte le mie esigenze: visitare, scoprire, esplorare e fare del bene.
Hai già fornito sul blog tanti consigli utili a chi volesse intraprendere un viaggio solidale in Madagascar come il vostro. C’è qualcosa che vorresti aggiungere per i nostri aspiranti viaggiatori?
L’unico consiglio ulteriore che mi sento di dare è di non perdersi l’esperienza di Tulear e di cercare di inserire questa tappa nel proprio viaggio perché davvero si ha la possibilità di vivere qualcosa di straordinario. Molto spesso sento persone reticenti a donare perché non sono sicure sulla destinazione delle proprie donazioni. Ecco, Namatours e Aid4Mada danno questa splendida possibilità di vedere con i propri occhi tutti i progetti, di conoscere i bambini della scuola e della casa-famiglia e di poter incontrare il bambino che si è adottato a distanza.
Questa è un’occasione troppo rara per non essere sfruttata!