Il Madagascar è una meta perfetta per i Viaggi di Nozze.
E nel 2022 sono state tante le coppie di neo-sposi che hanno approfittato della riapertura delle frontiere per celebrare l’inizio del loro matrimonio con un viaggio in questa splendida isola.
Tra questi ci sono stati anche Chiara e Giovanni, due simpaticissimi ragazzi siciliani che sognavano il Madagascar da anni ma avevano un’idea del loro Viaggio di Nozze un po’ diversa da quelle proposte dai tour operator tradizionali. Un’idea che li abbiamo aiutati a trasformare in realtà, organizzando un Viaggio di Nozze Solidale che ha unito esperienze wild tra le foreste della Costa Est, relax tra le magiche isole dell’arcipelago di Nosy Be e anche momenti unici di contatto con la popolazione locale e con alcune associazioni umanitarie che operano sul territorio.
Avete scelto il Madagascar come meta per il vostro viaggio di nozze. Perché questa decisione? Cosa vi attirava di più di questa meta?
Il richiamo del continente nero è sempre stato forte (soprattutto in me, Chiara).
Fin da piccolina collezionavo libricini che raccontavano storie e leggende delle tribù africane e ne rimanevo incantata. Ma la scelta del Madagascar come meta del nostro viaggio è maturata per ragioni ben più serie: a dicembre 2021 ci siamo imbattuti nel documentario di SEVAPROJECT ambientato proprio in questo paese.
I temi trattati erano il climate change, la necessità di un turismo più sostenibile e il grande progetto di riforestazione a sostegno in primis, delle comunità rurali, ma anche dell’intero pianeta. Quelle immagini mostravano paesaggi incredibili, una natura, ancora in parte, incontaminata e comunità che vivevano in condizioni arcaiche. Così, profondamente colpiti da tutto ciò, abbiamo deciso che questa sarebbe stata la meta degna di un grande viaggio.
Nell’organizzazione del viaggio avete deciso di inserire anche delle esperienze presso alcune associazioni umanitarie che operano nell’isola. Come mai questa scelta abbastanza insolita per un viaggio di nozze? Che tipo di esperienze sono state?
Volevamo conoscere un altro pezzo di mondo, quello più autentico, quello che fa più male, ma allo stesso tempo che è necessario conoscere perché è quello a cui bisognerebbe dedicarsi di più.
Per i bambini volevamo essere da stimolo per imparare una nuova lingua, apprendere nuovi giochi, fargli conoscere una cultura diversa dalla loro; per gli adulti volevamo essere opportunità di confronto, di ascolto. Inoltre sentivamo il bisogno di “conoscerci” in altri inaspettati contesti per poterci arricchire di esperienze, ma soprattutto crescere e migliorarci. Incontrare queste realtà offre la possibilità di aprire non solo gli occhi, ma soprattutto il cuore.
Oltre all’aspetto sociale che ha caratterizzato il vostro viaggio, avete visto tanti luoghi diversi, dalle foreste pluviali della costa est alle splendide isole dell’arcipelago di Nosy Be. Cosa vi è rimasto di più nel cuore di tutto questo viaggio?
Dobbiamo ammettere che non è facile rispondere a questa domanda.
Il Madagascar ti conquista completamente e trovare qualcosa che colpisca di più non è semplice; i paesaggi cambiano rapidamente, a sud si passa dalle distese di terra rossa all’immenso verde della foresta pluviale; a nord la vegetazione è completamente diversa, ricorda quella della macchia mediterranea con il mare color smeraldo che gli fa da cornice.
Ma la bellezza di un luogo la fanno soprattutto le persone e noi ci siamo totalmente innamorati del villaggio in cui siamo stati ospiti tramite l’Associazione “Zanantsika” presso Vohimasina, lì abbiamo realmente trovato la pace.
Potendo tornare indietro cambiereste qualcosa del vostro viaggio?
Forse un paio. Sicuramente toglieremmo qualche giorno a Nosy Be per trascorrerlo al villaggio di Vohimasina.
Inoltre l’esperienza a Nosy Komba. L’isoletta di per sé è molto carina, ma il turismo che si sta sviluppando non è tra i nostri preferiti; riteniamo infatti sbagliata qualsiasi forma di interazione tra turista e animale selvatico e purtroppo questo lì accade. Quando si parla di rispetto dell’ambiente sarebbe necessario ricordarsi che la conservazione della fauna selvatica fa parte di esso.
Consigliereste un viaggio come il vostro ad altri neo-sposi? Quali suggerimenti vi sentireste di dare loro?
Consiglieremmo questo viaggio a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco, di conoscere e superare i propri limiti. Più che un suggerimento il nostro vorrebbe essere un “avvertimento”: il Madagascar ti cambia la vita e crea una forte dipendenza, se ci vai non vedi l’ora di ritornarci.
La quota solidale del vostro viaggio è stata utilizzata per garantire il sostegno scolastico a una bambina di Tulear. Adesso vi toccherà tornare in Madagascar per conoscerla… quando partite?
Questo è stato sicuramente il regalo più bello che ci ha fatto Namatours, offrirci la possibilità di aiutare in maniera concreta una bambina di Tulear attraverso l’associazione Aid4Mada e, nel nostro piccolo, cercheremo di farlo al meglio. Il desiderio di conoscerla di persona è grande!! Oggi, come ultimo giorno dell’anno, lo inseriamo nella lista dei obiettivi da spuntare nel 2023, speriamo di riuscire a realizzarlo!