DA NORD A SUD: IL DOPPIO VIAGGIO IN MADAGASCAR DI PAOLA E GIULIO

Il Madagascar è senza dubbio uno di quei viaggi da fare almeno una volta nella vita.

Ma c’è anche chi, dopo averlo visitato, se ne innamora e decide di tornarci di nuovo. Tra questi ci sono anche i nostri viaggiatori Paola e Giulio, a cui durante l’ultimo giorno del loro secondo viaggio in Madagascar abbiamo chiesto di raccontarci le ragioni della loro scelta.

Voi nel 2023 avete deciso di fare il vostro viaggio di nozze esplorando l’arcipelago di Nosy Be e il Nord del Madagascar. Come si era svolto quel viaggio?

Io e Giulio ci siamo guardati una sera e abbiamo detto in coro: andiamo in Madagascar in viaggio di nozze, vero?

Non immaginavamo che con questa scelta avremmo cambiato il nostro modo di vedere il mondo.

Non volevamo villaggi turistici o tour organizzati, volevamo qualcosa di unico e che ci permettesse di vedere il vero Madagascar. Ed è così che abbiamo conosciuto il fantastico gruppo di Namatours e abbiamo capito subito che era con loro che volevamo partire. I ragazzi ci hanno accompagnati nella scelta della meta e, sempre con assoluta gentilezza e simpatia, ci hanno consigliato di orientarci su Nosy Be e il nord.

Perché? Giulio voleva i lemuri, io il mare… ed ecco la combinazione perfetta! Mai però ci saremmo aspettati quello che poi abbiamo vissuto: i paesaggi che abbiamo visto sono un qualcosa di indescrivibile (vi assicuro che nessuna foto rende l’idea!) e la popolazione è sempre gentile e sorridente (non è uno stereotipo, assicurato!). Vi racconto solo alcuni episodi che ci rimarranno sempre nel cuore.

Per esempio, Giulio che esce in piroga con i pescatori malgasci nel Mer d’Emeraude mentre io, Lidia (la super guida) e altre donne malgasce cuciniamo il riso al cocco e aspettiamo che loro ritornino con il pesce fresco che cuciniamo e mangiamo poi in spiaggia.

La foresta pluviale al Parco Montagne d’Ambre con il suo lago verde meraviglioso, il cui colore viene dato dalla natura che c’è intorno e si riflette.

La notte e l’alba a Nosy Iranja, quando i barconi di turisti non sono ancora arrivati e sulla spiaggia ci sono solo granchietti (stupendi) e tartarughe.

Le cene, e soprattutto l’asilo nido, di Madame Virginie a Le Belvedere.

Potrei continuare con tantissimi altri momenti, ma non voglio spoilerarvi nulla, andateci perché sono certa che anche i vostri occhi si riempiranno di immagini e colori che non dimenticherete mai.

Quest’anno avete deciso di tornare di nuovo in Madagascar per visitare il centro e il sud. Perché questa scelta abbastanza insolita?

Namatours devolve, per ogni viaggio che organizza, una quota solidale ad Aid4Mada ONLUS, per coprire 3 mesi di sostegno scolastico, alimentare e sanitario ad un bambino della scuola di Tulear gestita dall’associazione.

È così che con il nostro viaggio di nozze io e Giulio abbiamo scoperto che avremmo aiutato Philibert, un bambino di 12 anni (ma che ne dimostra si e no 10) che vive in condizioni davvero critiche. Nel frattempo, prima del nostro viaggio al nord del Madagascar, avevo iniziato a documentarmi un po’ e a leggere il libro La fine della Terra, e poi subito dopo La storia dell’acqua e L’era del fuoco. Volevo saperne di più di questo Madagascar che conoscevo per la natura meravigliosa, ma, ahimè, molto poco per gli aspetti legati alla povertà in cui la popolazione vive.

Dopo il primo viaggio non eravamo ancora del tutto soddisfatti, avevamo visto una parte troppo piccola di un Paese così grande e così eterogeneo. Sapevate che nel Madagascar vivono 18 diversi gruppi etnici che hanno dialetti così diversi da quasi non capirsi? E che chi proviene dalla capitale ha lineamenti del viso molto diversi dalla restante popolazione?

Dovevamo (volevamo!) tornare. La corrispondenza con Philibert, che nel frattempo abbiamo deciso di sostenere continuativamente, continuava (lo ammetto, ogni volta che ricevo un suo messaggio sembro una bambina davanti a un regalo, non vedo l’ora di aprirlo) e avevamo iniziato anche quella con un’altra bambina, Deborah, che avevamo deciso appunto di sostenere. Beh, penso che ora anche voi concorderete con me: io e Giulio dovevamo andare a Tulear, e per farlo dovevamo percorrere la famosa RN7 e continuare a scoprire un po’ di Madagascar.

Tulear è stata una tappa molto importante in questo vostro secondo viaggio in Madagascar. Ci volete raccontare come mai?

C’erano quattro bimbi che ci aspettavano, ma letteralmente eh.

E noi aspettavamo tanto di poterli finalmente abbracciare. Vi ho già anticipato che io e Giulio dopo il primo viaggio in Madagascar avevamo deciso di prenderci a cuore il sostegno di Philibert e Deborah. Nel frattempo anche la mamma di Giulio (che si è unita poi al viaggio) aveva deciso di far parte della grande famiglia Aid4Mada, adottando a distanza la piccola Claudine. E lo stesso dicasi per mia sorella e mio cognato, che hanno iniziato a scriversi e a ridere dei disegni buffi di Justin. Ecco quindi che Philibert, Deborah, Claudine e Justin aspettavano i loro Vasà.

E ora vi racconterò un po’ come è andata. Il primo da cui siamo andati è stato Philibert, la notte prima quasi non avevo dormito immaginandomi come sarebbe stato incontrarlo. Ed eccoci lì, io che gli vado incontro, i suoi fratelli e amici che mi salutano e lui un passo indietro, lo sguardo triste: Fardalina, responsabile Aid4Mada in Madagascar, quando ci avviciniamo mi dice che Philibert non sta molto bene, noto infatti delle bolle intorno alla bocca e ha la febbre. Potrebbe essere questo il finale del nostro incontro ma ho imparato che Aid4Mada riesce davvero a fare i miracoli e infatti il giorno dopo io e Philibert ci siamo rivisti, in infermeria questa volta e ci siamo finalmente potuti abbracciare e l’ho visto ridere di gusto. La mamma ha promesso che gli darà le medicine per la malaria e le vitamine e la settimana prossima Fardalina mi aggiornerà sulla sua guarigione.

Deborah invece appena ha visto Giulio gli ha subito dato la mano e ci ha accompagnato alla sua capanna: appena ha visto che avevamo dei regali per lei ha iniziato a scartare tutto con foga e ha chiesto a Giulio di aiutarla a provare i suoi vestiti nuovi. Erano solo un paio di vestiti e qualche biscotto, ma io penso di non aver mai visto prima una gioia simile negli occhi di un bambino. Deborah, che ha 6 anni e dorme con i suoi fratelli e la sua mamma in una stuoia per terra. Ora abbiamo parlato con Fardalina e le compreremo un materasso e le sistemeremo un po’ la casa, ma quanti altri bambini ci sono come lei? Tanti, troppi.

Claudine, anche lei 6 anni, era innamorata dei capelli biondi della mamma di Giulio, non faceva che toccarglieli e ridere di gusto. Claudine aveva però anche paura che la portassimo via dalla sua mamma, e solo quando ha capito che noi volevamo portarle dei regali ci ha abbracciato forte forte.

Infine c’è stato Justin, jeans strappati, maglietta con la stampa di un leoncino da sguardo fiero: era lui l’apripista che ci faceva strada (poi si è un po distratto e ci ha fatto perdere nella bidonville, con grosse risate da parte di tutti). Justin aveva conservato tutte le foto che mia sorella gli aveva mandato ed era super contento di averne una nuova da aggiungere alla collezione. La sua dolcezza e la sua furbizia mi sono entrati direttamente nel cuore.

Forse mi sono dilungata tanto con questa risposta, ma più scrivevo più mi veniva voglia di condividere con chiunque la gioia di questi quattro piccoli ma immensi incontri. Nella scuola che supporta Aid4Mada c’è una frase “cambia la tua vita cambiando vite”, la voglio sposare appieno perché la gioia che ho provato passando del tempo con quei quattro esserini è stata davvero immensa.

Avendo visitato sia il nord che il centro-sud avrete sicuramente potuto vedere con i vostri occhi tanti aspetti diversi del Madagascar sia dal punto di vista naturale che sociale. Quali sono le differenze principali che avete notato?

Una cosa che ho imparato da questi due viaggi in Madagascar è che in pochissimi metri il paesaggio può cambiare totalmente.

Dagli altipiani, caratterizzati da ampie distese di risaie terrazzate, in un attimo ci si può trovare catapultati nell’arida savana costellata di baobab e foreste spinose. O ancora, da una lussureggiante foresta pluviale ricca di cascate e laghi, ci si può ritrovare davanti a distese di tsingy, pinnacoli calcarei di origine carsica, circondati da macchie di foresta secca. Anche il clima è molto diverso, dal caldo umido del nord ci si può ritrovare ad aver bisogno di felpe e pile nelle serate sugli altipiani.

Tutto questo ovviamente si riflette in grandi differenze culturali e sociali, ed è bellissimo farsi raccontare dai proprio driver le tradizioni locali. Ad esempio, i Vezo sono un popolo di abilissimi pescatori presente nel sudovest del Madagascar, i Betsileo – riconoscibili facilmente dal loro copricapo – sono un popolo di agricoltori nella parte meridionale dell’altopiano malgascio, con case fatte principalmente di fango e mattoni. Girando il Madagascar quindi mi sono resa conto di come questo grande Paese sia caratterizzato da panorami e popolazioni tra loro molto diverse, e questo rende il viaggio ancora più speciale perché si è alla continua scoperta.

Una differenza importante mi sento però di segnalarla: lo scorso anno Lidia, la guida, mi diceva che loro al nord sono fortunati perché almeno hanno sempre l’acqua e bene o male la terra dà sempre loro qualcosa da mangiare – vivono in condizioni davvero estreme, capanne arrangiate per lo più, ma non muoiono di fame. Al sud invece non è così, l’acqua è un problema che si percepisce sin da subito e questo l’ho potuto capire davvero solo ora che l’ho visto con i miei occhi.

Quali sono le cose che vi hanno più colpito sia in positivo che in negativo nei vostri due viaggi?

Tra gli aspetti positivi, oltre ai paesaggi davvero unici e indimenticabili, metterei la popolazione: in Madagascar non abbiamo mai avuto la sensazione di pericolo o di criminalità, le persone sono miti, tranquille (si fa tutto mora mora, piano piano) e accoglienti. Sono anche estremamente creativi, riescono a riutilizzare qualsiasi cosa con una fantasia che ha dello straordinario. Poi sicuramente un altro aspetto importante per la buona riuscita di una vacanza, per Giulio soprattutto, dato che è un golosone, è che si mangia sempre estremamente bene.

L’aspetto negativo principale, e che non si può non vedere, è la povertà. Povertà che prende caratteristiche e sfumature diverse a seconda del luogo, ma che non può lasciare indifferenti. Non ci si può voltare dall’altra parte quando si vede un bambino bere da una pozzanghera o quando si vede una bambina di non più di 4-5 anni prendersi cura dei fratellini più piccoli. E a questo consegue una marea di altri aspetti negativi, la mancanza di acqua potabile, la condizione pessima delle strade, la disparità tra i super villaggi di lusso e le capanne in cui vive la popolazione, etc.

Ma quest’aspetto negativo può anche essere il movens per farci fare qualcosa di positivo, senza voltarci dall’altra parte ma piuttosto amando e supportando un popolo che si trova veramente Alla Fine della Terra.

Che consigli vi sentireste di dare a chi stia pensando di visitare il Madagascar? Per chi secondo voi è più indicato il nord e per chi il centro-sud?

C’è un’unica cosa da poter dire a chi sta pensando di visitare il Madagascar (ma secondo me può andare bene anche a chi non ha ancora mai valutato questa possibilità): PARTI, subito!

E ti assicuro che la realtà supererà qualsiasi aspettativa!!! Ci sono stati dei giorni, soprattutto in questo secondo viaggio, in cui rientrati in camera io e Giulio stavamo in silenzio assoluto a ripensare alla giornata trascorsa, ai volti incontrati, alle cose viste e fatte. Non c’è stato giorno che mi abbia deluso, nemmeno quando sono stata male (mannaggia a me e alla mia voglia di mangiare frutta fresca) in mezzo alla foresta e avevo ancora 7 km a piedi da fare per poter raggiungere il driver: anche quel giorno è stato straordinario, ma lo dico davvero eh!

Il Nord è perfetto per un viaggio più rilassante, in stretto contatto con la natura (non ci sono molte città lì, anzi). Sicuramente per noi è stato perfetto come viaggio di nozze, e ci ha permesso di iniziare a scoprire e a innamorarci di questo Paese.

Il viaggio al centro-sud è più brusco, più stancante sia fisicamente (i km sono davvero tanti) che mentalmente (per quello che si vede e si incontra per strada). Per chi quindi è molto curioso e ha anche un briciolo di follia, questo secondo è davvero il viaggio perfetto.

In ogni caso non saprei scegliere tra i due, sono davvero troppo diversi, ma so di certo che i giorni a Tulear non li dimenticherò mai e anzi, spero di riviverli quanto prima perché veramente posso dire che il mio cuore non è mai stato bene come in quei giorni, tra quei bambini.

Si dice che non c’è due senza tre… a quando il terzo viaggio in Madagascar?

Presto, anzi prestissimo.

Con Giulio ci siamo detti subito che questo sarebbe stato solo un arrivederci, e ci piacerebbe riuscire a organizzare anche con degli amici per far vivere anche a loro le emozioni indimenticabili di questi nostri giorni qui. Ma il nostro impegno intanto continuerà ogni giorno anche a casa, in primis prendendoci cura a distanza di Philibert e Deborah, ma anche raccontando la nostra esperienza e facendo conoscere Namatours e Aid4Mada. A Namatours va riconosciuta la straordinaria capacità di organizzare viaggi per Vasà, ma senza dimenticarsi di far toccare con mano la realtà in cui si è. E cosa c’è di più bello di imparare viaggiando?

Veloma amici miei, e sappiate che non vi libererete presto di Giulio e me!

Ps. Haja e Willis sono i driver migliori del mondo – non potevo non dedicare un pensiero e un saluto anche a loro.

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